28 OTTOBRE 2021: Giornata Europea contro lo spreco alimentare
Che cosa facciamo noi della Fumagalli Danilo
Come POMnatura, il nostro servizio e-commerce per privati, abbiamo aderito con entusiasmo al progetto ToGoodToGo, la app nata in Danimarca e diffusa in tutta Europa, che vanta 5 milioni di utenti e che per prima ha messo in rete tutti gli esercizi alimentari o della ristorazione che possano offrire cibo in scadenza (fresco, freschissimo o confezionato) ad un prezzo molto ribassato. Ogni giorno, presso la piattaforma di Fumagalli Danilo Srl in Via Ferrante Brioschi, 39 a Vergo Zoccorino (MB), si può ritirare la nostra Magic Box ToGoodToGo, un servizio straordinariamente apprezzato dalla clientela privata che in un 1 anno ha ritirato più di 2.500 box, contribuendo attivamente alla lotta contro lo spreco.
La nostra piattaforma refrigerata di 6.000 mq è sotto costante monitoraggio, così come la catena del freddo è assicurata dalla base all’indirizzo dei nostri clienti. Nessuno spreco di cibo può quindi verificarsi in fase di stoccaggio e di consegna.
Infine, l’inevitabile scarto che produciamo in fase di taglio per i prodotti di IV gamma, uno dei nostri servizi plus, è di ottima qualità. Lo destiniamo, quindi, all’alimentazione degli animali domestici, appoggiandoci ad aziende specializzate in produzione e commercializzazione di pet food.
Perché lo facciamo. Guardiamo i dati diffusi della FAO
Ogni anno circa il 14% del cibo prodotto viene sprecato lungo il percorso che va dal raccolto alla vendita e, una volta acquistato, va perso un ulteriore 22% nelle vendite al dettaglio, un 17% tra le mura domestiche e un 5% nell’area della ristorazione. Il nostro settore ortofrutticolo riflette fedelmente questa fotografia offerta dal Food wastage foodprint, Impacts on natual resources il report 2021 elaborato e diffuso dalla FAO che misura per la prima volta, oltre al valore economico dello spreco prodotto (750 miliardi di dollari anno per 1,3 miliardi di tonnellate di cibo), che impatto tale spreco ha sull’ambiente, ovvero su clima, risorse idriche, biodiversità, etc.
La buona notizia è che una nuova consapevolezza, sia a livello personale che aziendale, si sta facendo spazio affinché ciascuno faccia la propria parte, sia per evidenti motivi morali (il paradosso è che ancora 870 milioni di persone nel mondo non si nutrano a sufficienza), sia per motivi economici, perché lo spreco non conviene a nessuno. Non per nulla il dato più virtuoso, tra quelli sopra citati, è quello riferito al settore della ristorazione: essendo una voce di budget e di sostenibilità dell’impresa, vi è la massima attenzione nel tenerlo sotto controllo. Impariamo da loro!
Un’ulteriore buona notizia, che serva di stimolo a fare meglio, viene dall’Italia che nel 2020 ha sprecato l’11,78% in meno dell’anno precedente.
Come possiamo fare per ridurre ulteriormente gli sprechi?
Il sopracitato report della FAO, coerentemente con l’agenda ONU 2030 che stabilisce da qui a 9 anni il dimezzamento degli sprechi, dà indicazioni per ridurre efficacemente gli sprechi alimentari, eccone un breve vademecum:
Per le imprese agricole: la maggior perdita avviene nella fase dello stoccaggio, se le strutture non sono adeguate come spazi e refrigerazione, ma anche se non si hanno le competenze per gestire in modo più oculato l’equilibrio tra domanda e offerta. È evidente che in agricoltura non si riesca a produrre “on demand”, come stanno cominciando a fare molti settori anche industriali, ma si possono curare meglio le previsioni di vendita, così da non sprecare risorse naturali eccessive per coltivare prodotti che resteranno invenduti. Gli agricoltori più attenti stanno creando circoli virtuosi di grande impatto come il riciclo degli scarti alimentari per produrre biogas in specifici impianti: lo smaltimento non controllato del cibo infatti produce metano, uno dei gas più dannosi per l’ambiente.
Per le imprese di trasformazione e distribuzione: la scelta migliore che si possa fare di fronte a cibo invenduto è rimetterlo in circolazione a favore delle persone che non possono acquistarlo, creando alleanze continuative con associazioni riconosciute, in modo che l’aiuto ricevuto sia per loro pianificabile e non sporadico (o addirittura eccedente in certi periodi dell’anno, come le feste natalizie). Se lo stato del cibo invenduto non è proponibile per le persone, anche per questioni di shelflife, logistica, catena del freddo, si può destinare al consumo animale.
Per i consumatori: non riempire dispensa e frigorifero in modo impulsivo, ma fare la propria spesa pianificando le scelte, senza scartare prodotti ortofrutticoli con difetti che siano esclusivamente estetici. Riciclare i “fondi di frigorifero” affidandosi alla propria creatività o alle molte ricette anti-spreco che si trovano in rete, affidandosi al buon senso di fronte a una data di scadenza (valutare anche soggettivamente lo stato del prodotto).
Gustose ricette anti spreco
In rete potete trovare tante ricette messe a punto dai più grandi chef italiani, da Cracco a Sadler, da Bowerman a Oldani, ma vi segnaliamo l’antesignana di questa ricerca, Lisa Casali, che molti anni fa ha messo a punto un modo di pensare e realizzare il cibo ecosostenibile, la trovate qui.
Curiosità in campo
Un esempio virtuoso anti spreco in agricoltura? Abbiamo conosciuto cosa c’è dietro SPIREAT, la spirulina italiana bio a spreco zero che prende l’energia per riscaldare l’acqua delle vasche di coltivazione dall’impianto di biogas dell’agricoltore che ospita sul suo terreno le serre. Magnifica alleanza, per ora nel Cremasco prossimamente anche in Sicilia.
Conoscete BELLA DENTRO? È la pluripremiata idea di una coppia che un giorno ha deciso di contrastare l’enorme spreco di frutta e verdura che gli agricoltori non riescono a vendere per motivi estetici, facendo prima informazione poi creando punti vendita a Milano e una piccola linea di produzione di prodotti trasformati (succhi, chips, etc).